Apr 25, 2025

Breve História da Ideologia Ocidental

Rolf PetriBreve História da Ideologia Ocidental: Um relato crítico, Lisboa, Bertrand/Temas e Debates, 2019, ISBN 9789896445379, pp. 336.

Vivemos numa era «pós-ideológica». Mas quando assistimos aos noticiários televisivos ouvimos líderes políticos que falam sobre sociedades «avançadas», especialistas em geopolítica que sugerem intervenções «humanitárias», e pivôs de telejornais que classificam um homicídio como «bárbaro». Que significa tudo isto? Numa obra abrangente, Rolf Petri revela como a linguagem política quotidiana está repleta de representações ideológicas do mundo, e situa-as numa narrativa histórica acessível. Da secularização da Europa e do projeto iluminista de «civilização» à preocupação contemporânea com catástrofes ideológicas ou com o fim da história, este livro distingue os elementos nucleares da ideologia ocidental. Chamando a atenção para o carácter ideológico da mundivisão ocidental, e para as suas falhas e limitações, este livro adverte para os perigos que decorrem da arrogância das mentalidades.

A Short History of Western Ideology

 Rolf Petri: A Short History of Western Ideology: A Critical Account, London, Bloomsbury Academic, 2018, ISBN 978-1-350-026010-0, pp. 243.


We are arguably living in a 'postideological' era. However, when we tune into the TV news we can hear political leaders talk about 'advanced' societies, geopolitical experts suggest 'humanitarian' interventions, and sober events presenters qualify a murder as 'barbaric'. What does this mean? The book reveals how our everyday political language is full of ideological representations of the world, and places them in an accessible historical narration. From the secularization of Europe and the Enlightenment project of 'civilization' to the contemporary preoccupation with ecological catastrophes or the end of history, A Short History of Western Ideology carves out the central elements of western ideology, which are informed by an eschatological view on history. It focuses on a wide variety of issues including religion, colonialism, race and gender, which are essential for how we conceive of the modern world. By creating an awareness of the ideological character of the western worldview, its limits and its flaws, this book warns us of the dangers that derive from a self-righteous mindset.

Porti di frontiera

Laura Cerasi, Rolf Petri, Stefano Petrungaro: Porti di frontiera. Industria e commercio a Trieste, Fiume e Pola tra le guerre mondiali, Roma, Viella, 2008, ISBN: 97-88883343582, 216 pp.


All’indomani della Grande Guerra, quali furono le conseguenze che lo spostamento dei confini orientali produsse nell’economia marittima della Venezia Giulia, dell’Istria e dell’area del Quarnaro? Dopo il tramonto dell’Impero asburgico, le città portuali “redente” soffrirono per la frammentazione politica dell’hinterland centro-europeo e balcanico, per i contraccolpi della grande crisi mondiale e, ancora, nel 1938, per l’annessione dell’Austria al Großdeutsches Reich.  Gli autori del volume indagano le ricadute concrete di questa faticosa integrazione e rivolgono lo sguardo ai risultati della legislazione speciale che lo Stato italiano adottò a favore di Trieste, Fiume e Pola nell’intento di compensare, con la fondazione di nuovi stabilimenti produttivi, gli incerti proventi dei traffici via mare.  La strategia di questi interventi si ispirava ai provvedimenti che avevano fatto nascere Porto Marghera. Ma per i porti di Trieste, Fiume e Pola, anch’essi divenuti largamente dipendenti dall’intervento pubblico, gli esiti sarebbero stati difformi da quelli ottenuti dal porto veneziano. Se da un lato si registrarono alcuni effetti stabilizzanti, dall’altro le resistenze dei gruppi dirigenti locali e le dinamiche economiche generali rallentarono l’impianto di nuove zone industriali. Attraverso lo studio e il confronto dei tre casi emergono i tratti di un sistema portuale alto-adriatico che tra le due guerre appare segnato dalla difficile combinazione fra intenzionalità politiche, cicli economici e assetti internazionali.

Storia economica d'Italia

Rolf Petri: Storia economica d'Italia. Dalla Grande guerra al miracolo economico (1918-1963), Bologna, il Mulino, 2002, ISBN 978-88-15-08435-4, 369 pp.


Una nuova lettura della via italiana all'industrializzazione. - Pur destinato a un lettore non specialista e non discostandosi pertanto da un'impostazione narrativa, il volume si caratterizza per una netta e originale linea interpretativa, evidente già nel periodo preso ad oggetto, che viene trattato come un tutto unico, al di là delle cesure più consuete della storia politica. Il filo della narrazione è il processo di industrializzazione che nel corso del Novecento porta un paese semi-agricolo come l'Italia ad appaiarsi alle altre potenze industriali. Tale processo si avvia davvero solo con la Grande Guerra e può dirsi compiuto quasi mezzo secolo dopo, tra fine anni Cinquanta e primi anni Sessanta, con il miracolo economico. Il volume dapprima segue cronologicamente le vicende del periodo, poi mette in luce le caratteristiche di fondo della politica economica e le basi tecnologiche e organizzative dello sviluppo, mostrando infine come esso sia stato favorito e guidato da un sostanziale intervento dello Stato nell'economia.

Von der Autarkie zum Wirtschaftswunder

Rolf PetriVon der Autarkie zum Wirtschaftswunder. Wirtschaftspolitik und industrieller Wandel in Italien (1935-1963), Tübingen, Max Niemeyer Verlag, 2001, ISBN 978-3-484-82096-8, 534 pp.



Erst in den zentralen Jahrzehnten des 20. Jahrhunderts hat Italien alle wesentlichen Strukturmerkmale eines Industriestaates ausgebildet. Die Untersuchung fragt nach Bedingungen und Triebkräften des Prozesses, der um 1960 zum Abschluss kam. Dabei wird die gängige These von der Verschiedenartigkeit der wirtschaftspolitischen Ansätze in den dreißiger und fünfziger Jahren in Frage gestellt. Zum ersten Mal wird eine systematische Bilanz der italienischen Autarkiepolitik gezogen. Es wird gezeigt, warum ihre kriegswirtschaftliche Bedeutung hinter die industriepolitische zurücktrat. Der damals eingeleitete Strukturwandel, die später fortlaufenden Pfade technologischer und institutioneller Erneuerung, die Kontinuität ökonomischer Entscheidungsstrukturen, die Modalitäten des Wiederaufbaus nach dem Weltkrieg und der italienischen Beteiligung an der europäischen Integration, schließlich die strukturellen und ordnungspolitischen Merkmale des "Wirtschaftswunders" stützen sämtlich die Annahme, die Autarkieperiode stelle lediglich eine erste Etappe auf dem Weg von der halbagrarischen zur industriellen Volkswirtschaft dar. Die damaligen Planungen werden als Teil einer langfristig zur Geltung kommenden neo-merkantilistischen Strategie betrachtet, deren beständigste soziale Trägergruppe die zwischen 1935 und 1963 zu großer Entscheidungsmacht aufgestiegene Wirtschaftstechnokratie war. Die Ergebnisse der Untersuchung laufen somit auf eine in vieler Hinsicht neue Periodisierung der italienischen Wirtschaftsgeschichte im 20. Jahrhundert hinaus.

La frontiera industriale

Rolf Petri: La frontiera industriale. Territorio, grande industria e leggi speciali prima della Cassa per il Mezzogiorno, Milano, FrancoAngeli, 1990, ISBN 97-88-820464141, pp. 344


La nascita della Cassa per il Mezzogiorno sarebbe impensabile senza l'emergere, nel secondo dopoguerra, del "nuovo meridionalismo". Ma l'autore rileva come già prima si sia formata una vera e propria tradizione di interventi straordinari nella localizzazione territoriale dell'industria. La ricerca mira a dimostrare come alcuni specifici meccanismi di agevolazione, poi integrati nello strumentario della CasMez, abbiano già in precedenza avuto una notevole rilevanza pratica per l'irradiarsi della grande industria oltre i confini del triangolo industriale, in principio verso una fascia intermedia nordorientale e centrale, dalle Venezie alla Toscana, e successivamente verso sud. Va però distinta l'espansione della grande industria dallo sviluppo delle regioni interessate: le leggi speciali spingono, sì, l'industria appena oltre la sua frontiera «naturale», ma i nuovi agglomerati di fabbriche non diventano "poli di sviluppo". Accanto a una breve rassegna della legislazione speciale per l'industria - dalla legge Nitti per Napoli del 1904 alle zone industriali precedenti e concomitanti con la Cassa per il Mezzogiorno - e una digressione sulla politica industriale dell'epoca fascista, l'indagine verte sulle zone industriali cresciute o create all'insegna dell'autarchia: Porto Marghera, Livorno, Bolzano, Ferrara, Apuania, Palermo e Roma. La parte conclusiva ricostruisce i flussi politico-culturali che condussero alle leggi speciali del 1950-57 attraverso percorsi piuttosto complessi ed oscillanti, ma sorprendentemente in linea con alcuni mutamenti globali.

Storia di Bolzano

Rolf PetriStoria di Bolzano, Il Poligrafo, Padova, 1989, ISBN 88-7115-007-4, 287 pp.


In questo libro coraggioso un giovane studioso europeo compie una ricognizione equilibrata e rigorosa, né crudele né complice, sullo stato e sulle radici storiche di uno dei nervi scoperti nella convivenza fra i popoli della vecchia Europa. È giunto il momento di darsi ragione di un tormentato percorso storico; e di scrivere una Storia di Bolzano, dall’Ottocento fino alla più stringente attualità, capace di farsi apprezzare da “italiani” e “tedeschi”, “tirolesi” e “altoatesini”, “crucchi” e “walschen”. L’ha scritta, in italiano, un tedesco. Dati, cifre, fatti circostanziati e concreti sull’industria, il commercio, i piani di sviluppo, la vita amministrativa, su questo l’autore appare ferreo e sul suo. Ma egli non trascura il piano della storia della cultura, degli abiti mentali, dell’identità, nel rapporto conflittuale fra la nuova città e le valli, fiere della propria antica civiltà montanara.

La zona industriale di Marghera

Rolf PetriLa zona industriale di Marghera 1919–1939. Un'analisi quantitativa dello sviluppo tra le due guerre, CLEUP, Padova, 1985, 40 pp.


La decisione, nel 1917, di insediare la zona industriale ed il nuovo porto commerciale di Venezia in terraferma si staglia sullo sfondo dell'economia bellica. Da un punto di vista dello sviluppo industriale dell'Italia, le risorse del Veneto appaiono ancora insufficientemente esplorate. Venezia, con la sua posizione favorita da un retroterra geograficamente aperto verso il triangolo industriale, con la sua vicinanza alle fonti dell'unica energia nazionale di rilievo, l'energia idraulica, con il suo collegamento alla rete nazionale di comunicazione, e con la sua vicinanza alle linee dei commerci di petrolio romeno e caucasico nonché ad alcuni giacimenti di bauxite e altre materie prime, richiama l'interesse degli investitori guidati da Giuseppe Volpi e dalla Banca commerciale. Il testo compie una prima analisi della struttura e dello sviluppo dell'assetto tecnico-industriale della zona, delle assegnazioni e dell'uso di terreni nonché dell'intreccio tra partecipazioni di capitali di varia provenienza, locale, nazionale e internazionale.